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Blu guado

Alzi la mano chi sapeva che il blu, probabilmente è nato qui. In Italia, proprio in questo perimetro marchigiano. Siamo nel comune di Jesi ed è da qui che si ritesse una lunga storia, che risale al 1200 quando inizia la moda del blu. I romani preferivano i rossi, ma il blu finirà per fare la parte del leone sui tessuti di mezzo mondo. Avvenne con le divise dei militari francesi, accadrà con i blue jeans.  Dopo una serie di ricerche, Massimo Baldini, marchigiano amministratore del colorificio "Oasi colori", l'oasi dei pigmenti naturali decide di seminare la pianta di guado da cui si ottiene il blu che fino al 1600 era l'unico d'europa. 

Da questa data in poi il blu di guado non ha avuto vita facile, poichè venne soppiantato dall'indaco che gli fece rischiare l'estinzione. L’ indaco delle Indigofere contiene lo stesso principio colorante del guado, ma in una concentrazione da dieci a venticinque volte superiore; questa qualità gli permetteva di avere costi ugualmente vantaggiosi rispetto al guado vincendo la sfida nel commercio internazionale. La ricerca di Massimo  parte dallo studio di due conterranei, Don Corrado Leonardi che era un prete e aveva le chiavi delle chiese abbandonate del Montefeltro, in cui trova delle bellissime tovaglie decorate proprio col blu guado. E  Delio Bischi, altro marchigiano che trova delle macine nel territorio del Montefeltro e capisce che non potevano essere ne da grano ne da uva, ma macine per macinare il guado e fare le cuccagne (palle di foglie secche di guado) che i contadini vendevano nei mercati ad altre figure professionali che  le facevano fermentare con urina e aceto, estraendone così un granulare che veniva venduto ai tintori che in pentola facevano l'ultima estrazione per fare il pigmento. 

Nella stessa zona del Montefeltro infatti vennero ritrovati anche degli orinatoi posti davanti alle taverne per raccogliere l'urina di chi,  ci si augurava avesse bevuto più del dovuto offrendo così un ottimo agente per la fermentazione  delle cuccagne. 

Dallo studio di queste scoperte parte il progetto di Massimo che decide di ricoltivare e lavorare il guado come una volta ed è grazie a persone come Massimo Baldini che quel blu rinasce e continua a colorare capi, stoffe e non solo.

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